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giovedì 1 novembre 2012

Le atomiche sganciate sulla Spagna

Nel 1966 un disastro aereo provoca la caduta delle bombe americane sul paese iberico: ci sono ancora resti di plutonio 

Nel 1966 si era in piena guerra fredda e gli americani mantenevano almeno una dozzina di bombardieri nucleari in volo contemporaneamente per assicurarsi una pronta risposta a un attacco sovietico. Gli aerei percorrevano lunghe rotte circolari e restavano per lunghi periodi in cielo senza atterrare, riforniti in volo. Una di queste (Operation Chrome Dome route) passava per Gibilterra e compiva il suo giro di boa nell’alto Adriatico dopo aver sorvolato l’Italia
Il 17 gennaio del 1966 un B-52 dell’aeronautica americana impegnato in questa routine si scontrò con l’aereo (un KC-135) addetto al suo rifornimento in volo, i due aerei precipitarono nei pressi dell’abitato di Palomares, sulla costa meridionale orientale della Spagna senza provocare danni particolari, non così accadde per le quattro bombe nucleari a bordo, che in teoria avrebbero dovuto atterrare intatte, sostenute dai paracadute secondo la procedura d’emergenza che l’equipaggio era riuscito ad attivare.
Una delle bombe finì in mare, a oltre 800 metri di profondità, dando origine alla più costosa operazione di recupero marittimo dell’epoca, una atterrò come previsto e due invece si schiantarono perché i paracadute non si aprirono. Palomares venne invasa da oltre 700 americani, le bombe non erano armate e non sono esplose, ma schiantandosi hanno seminato plutonio su due aree abbastanza vaste. Gli americani raschiarono la superficie asportando il terreno per alcuni centimetri e alla fine lasciarono le due aree recintate e interdette a tutti, che sono ancora là. All’epoca l’incidente fece molto rumore e gli americani si adoperarono per spiegare agli spagnoli che non c’era pericolo, salvo per il plutonio che ancora resta in agguato in quelle due aree, che sarebbe stato rimosso in seguito.


 

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